L’insulino resistenza e le patologie metaboliche

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L’alimentazione fornisce agli essere umani l’energia necessaria per svolgere tutte le sue attività quotidiane attraverso (principalmente) il glucosio, la più semplice molecola di zucchero esistente in natura. La concentrazione nel sangue di questa molecola è definita glicemia.

Che cos’è l'insulino resistenza?

Per ottenere energia a partire dalla glicemia, le cellule del nostro organismo devono permettere l’entrata di questa molecola attraverso dei recettori, esistenti sulla superficie di queste cellule. L’entrata si da come risposta all’azione di un importante ormone prodotto dalle cellule β del pancreas: l’insulina.

La sua secrezione avviene (come risposta all’incremento dei livelli di glicemia) in due fasi: 

  1. una rapida, che avviene subito dopo il consumo di carboidrati e zuccheri
  2. una lenta (o basale) rappresentata dalla continua liberazione durante la giornata

La difficoltà che hanno i recettori a captare l’insulina è maggiore quando vi è tessuto adiposo viscerale in eccesso. Non solo, può manifestarsi anche in presenza di determinate patologie (ad esempio l’endometriosi) e impedisce l’ingresso di glucosio nella cellula.

Questa situazione genera alti livelli di glicemia (iperglicemia) per diversi ore al giorno, per più giorni consecutivi, così che il pancreas lavori il doppio per produrre più insulina come metodo compensatorio, producendo iper-insulinemia. 

Dall'insulino resistenza alla sindrome metabolica

Alla lunga il pancreas ha degrado funzionale dovuto al lavoro extra a cui è sottoposto, tanto che i livelli di insulina prodotti non soddisfano più le esigenze metaboliche. Avremo così iperglicemia accompagnata da ipo-insulinemia.

Sebbene questa sia la fisiopatologia principale dell’insulino-resistenza, le cause possono essere molteplici: ormonali, genetiche o farmacologiche (come l´uso prolungato di corticosteroidi). Anche malattie endocrine come la sindrome di Cushing, l’acromegalia ed il feocromocitoma.

Ma tra tutte le possibili cause, l’alimentazione ipercalorica associata allo scarso esercizio fisico è la principale.

Questa inadeguata risposta all’insulina contribuisce significativamente alla patogenesi del diabete tipo 2. L’insulino resistenza è strettamente legata a questa malattia cronica, producendo sintomi come fame e sete anormali, letargia, difficoltà a concentrarsi e aumento di peso.

Inoltre, questa condizione metabolica rappresenta un grande fattore di rischio per la sindrome metabolica, il sovrappeso e/o obesità, ipertensione arteriosa ed altre malattie cardiovascolari, dislipidemie, steatosi epatica non alcolica, sindrome dell´ovaio policistico.

 

La diagnosi

La patologia metabolica può passare inosservata per molto tempo. Quando il paziente presenta normali livelli di glucosio nel sangue e potrebbe portare a pensare erroneamente che non vi sia alcun problema metabolico.

La diagnosi dell’insulino resistenza nella pratica clinica viene effettuata valutando le concentrazioni plasmatiche di glucosio e di insulina a digiuno.

Talvolta si utilizza anche la classica curva glicemica (o test di tolleranza al glucosio): in presenza di questa patologia presenta un andamento relativamente normale, salvo presentare poi, a distanzia di varie ore, un rapido declino della glicemia dovuto all’iperinsulinemia.

La dieta

Gli studi presenti in letteratura (fonte scientifica) sostengono che la dieta chetogenica sia la terapia dietetica più efficace per queste condizioni metaboliche.
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Dott. Guido Ambria
Dott. Guido Ambria

Biologo Nutrizionista e Farmacista. Sono specializzato in disturbi intestinali, microbiota, intolleranze alimentari e dieta chetogenica. Appassionato di Sport , mi occupo anche di Nutrizione per sportivi.

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