Alimentazione per il fegato grasso: cosa mangiare e cosa evitare

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Quando ci si sottopone a un’ecografia addominale capita spesso di sentirsi dire che il fegato sia “un pò ingrossato” e che è opportuno seguire una specifica alimentazione per il fegato grasso

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Che cos'è il Fegato Grasso (o steatosi epatica non alcolica)?

Il fegato grasso o la steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è una patologia che nei Paesi occidentali colpisce tra il 20 e il 40% della popolazione. Caratterizzata dall’accumulo di grasso negli epatociti, rappresenta una delle maggiori cause di malattia epatica cronica

Gli epatociti sono le cellule più diffuse del nostro fegato e costituiscono la massa principale dell’organo, nonché la parte più attiva e funzionale.

Questa condizione è correlata a diversi fattori di rischio: come l’aumento dell’incidenza dell’obesità, del diabete mellito tipo 2 e della sindrome metabolica. L’insorgenza di queste patologie è per la maggior parte imputabile allo stile di vita e all’alimentazione dei pazienti che ne sono afflitti. Ecco il perché sono strettamente correlate con la steatosi epatica.

alimentazione per il fegato grasso

Come si sviluppa la patologia e le cause

La patologia si sviluppa in due fasi: nella prima il grasso accumulato porta a una resistenza insulina, nella seconda fase il fegato viene colpito da forte stress ossidativo e da citochine pro-infiammatorie.

La fase più semplice della patologia (o steatoepatite) può condurre alla steatoepatite non alcolica che può evolvere anche in fibrosi, cirrosi fino ad arrivare al cancro epatico.

Nel mio lavoro mi è capitato di vedere ragazzi che riscontrano problemi del tipo “fegato grasso” già alla loro età. La causa è imputabile ad uno stile di vita poco salutare. Per questo è prioritaria la prevenzione, prima di pensare al corretto approccio dietetico curativo.

L’eccesso calorico porta il fegato ad accumulare grasso, la composizione della dieta peggiora nel tempo la gravità della patologia.

Gli studi confermano le evidenze tra l’associazione tra NAFLD e obesità. Il modello dietetico, che è stato valutato nel corso della ricerca, prevedeva un elevato apporto di grassi (71% dell’energia derivava dal grasso, l’11% da carboidrati e il 18% dalle proteine). Lo studio ha dimostrato che, sia nei ratti che topi, in tre settimane si sviluppava steatosi, insulina-resistenza e iperglicemia oltre al gonfiore degli epatociti. 

La b-ossidazione epatica (processo che porta alla demolizione dei lipidi) richiede aminoacidi essenziali, quali metionina e colina (indispensabili anche per la produzione delle VLDL, ovvero di lipoproteine a bassa densità). Se viene impostata una dieta lipogenica ricca in saccarosio e grasso, dovrebbe portare (teoricamente) il fegato in NAFLD o NASH. 

Gli animali invece, nutriti con questo protocollo, perdevano peso, avevano bassi livelli di insulina e leptina e riscontravano livelli di adiponectina invariati o aumentati. Oltre a registrare una diminuzione dei valori di trigliceridi e colesterolo. Ciò è in netto contrasto con quello che possiamo osservare nell’uomo.

Al contrario il legame tra fruttosio, obesità, dislipidemia e resistenza all’insulina è forte, e i dati sono decisamente consistenti. La presenza di fruttosio nella nostra dieta è sempre maggiore, sia nelle bevande che negli alimenti trasformati. Per questo consiglio sempre ai miei pazienti di leggere le etichette degli alimenti che acquistiamo, è una buona abitudine ed è molto importante.

Gli studi scientifici intanto si susseguono nell’attesa di trovare un modello dietetico ideale. Ad oggi ci affidiamo agli studi osservazionali disponibili, sulla relazione tra alimentazione e steatosi epatica non alcolica. 

Alimentazione per Fegato Grasso

tavola con pesce ortaggi e verdure

Cosa evitare

  • Carboidrati raffinati (bevande zuccherate e dolci)
  • Grassi saturi e proteine della carne grassa.
    Gli studi hanno mostrato che consumare carni grasse (compresi gli affettati) aumenta il rischio di sviluppare NAFLD. Il grasso nella carne provoca un aumento dell’acido linoleico (coniugato trans-10, cis-12 nelle cellule epatiche) e ciò porta alla promozione dello stress del reticolo endoplasmatico.

Cosa mangiare

La dieta più varia possibile è sempre la strategia migliore, ma hanno grande importanza il pesce, la frutta e la verdura. Come sempre questi alimenti devono essere al centro della nostra dieta.

  • Frutta e verdura.
    Come si può immaginare i pazienti che presentano NAFLD hanno solitamente un consumo decisamente inferiore alle quantità raccomandate.L’effetto protettivo dei vegetali è dato dalle fibre, dai fitocomposti, dagli antiossidanti e dai composti antiinfiammatori. Inoltre le fibre sono fondamentali nel controllo della glicemia, dell’insulina e degli acidi grassi liberi.

    Gli antiossidanti contenuti in frutta e verdura sembrano essere i maggiori responsabili dell’effetto antifibrotico. Ad esempio il mirtillo, sia consumato come frutto fresco sia come succo puro. Diversi studi sembrano d’accordo nel dire che ha un interessante effetto antifibrotico.

  • Pesce
    Come il salmone (scegli sempre il salmone selvaggio mi raccomando) e i gamberetti (quelli locali, non orientali). Sono cibi ricchi di carotenoidi, come l’astaxantina, nota per la sua attività antiossidante, ma anche antifibrogenico.

Il Caffè

chicchi di caffè

In una importante meta-analisi di 16 studi è stato messo in evidenza che il consumo di caffè è inversamente associato allo sviluppo di fibrosi epatica nei pazienti con NAFLD diagnosticata e in quelli con epatite C.

Anche il caffè decaffeinato ha mostrato l’effetto antifibrotico. Quindi non è solo la caffeina del caffè ad avere questo effetto, ma anche gli altri composti contenuti: come epigallocatechinagallato (EGCG), quercetina, vitamine E e C. 

L’utilizzo di questi composti potrebbero quindi prevenire lo sviluppo della fibrosi epatica. Inoltre i polifenoli contenuti del caffè hanno azione lipolitica e riducente la lipogenesi, azioni che portano alla riduzione di accumulo lipidico nel fegato.

Integratori alimentari

È ormai consolidato che gli integratori di acidi grassi polinsaturi Omega3 siano un’opzione da sfruttare nella steatosi epatica. Gli studi scientifici, che hanno monitorato l’effetto terapeutico degli Omega3 su NAFLD, hanno messo in luce gli effetti benefici sull’accumulo di grasso epatico, sui livelli di glicemia a digiuno e dei livelli di trigliceridi.

Un altro studio (doppio cieco) ha messo a confronto il placebo con un gruppo di pazienti, supplementati con DHA, EPA o DHA + EPA. I risultati hanno dimostrato che l’integrazione con EPA è linearmente associata alla diminuzione di grasso epatico, nei pazienti affetti da NAFLD.

La silimarina è un composto estratto dal Cardo mariano. In fitoterapia si usa per l’azione epato-protettiva, antiinfiammatoria e antiossidante, oltre che per la capacità di rigenerare gli epatociti. Oltre a queste azioni, gli studi ci dicono che la silimarina è utile anche perchè impedisce lo sviluppo di fibrosi epatica per la sua azione antiossidante (in modelli animali). 

Anche la curcumina sembra avere un’interessante azione.

 

Medicinali per Fegato Grasso

Ad oggi non vi sono farmaci per questa patologia. La raccomandazione clinica rimane l’aumento dell’attività fisica, spesso assente, e l’adozione di un atteggiamento alimentare sano.

  • Suarez M et al. “Mediterranean Diet and Multi-Ingredient-Based Interventions for the Management of Non-Alcoholic Fatty Liver Disease”. Nutrients 2017 Sep 22;9(10);
  • Bae M et al. “Food components with antifibrotic activity and implications in prevention of liver disease”. J Nutrizionista Biochem. 2017 Nov 16;55:1-11;
  • Baghernya M et al. “Medical plants and bioactive natural compounds in the treatment of non-alcoholic fatty liver disease: a clinical review” Pharmacol Res. 2017 Dec 26;
  • Goossens N et al. “Translational Aspects of Diet and Non-Alcoholic Fattt liver disease” Nutrients 2017 Sep 28:9(10);
  • Bjelakovic G et al. “Vitamin D supplementation for chronic liver diseases in adults”. Cochranae Database Syst Rev. 2017 Nov 3.
  • Jump DB et al. “Omega-3 polyunsaturated fatty acids as a treatment strategy for nonalcoholic fatty liver disease”. Pharmacol There. 2018 Jan;181:108-125;
  • Dongiovanni et al. “Nutritional therapy for non alcoholic fatty liver disease” J Nutri Biochem. 2016 Mar,29:1-11
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Dott. Guido Ambria
Dott. Guido Ambria

Biologo Nutrizionista e Farmacista. Sono specializzato in disturbi intestinali, microbiota, intolleranze alimentari e dieta chetogenica. Appassionato di Sport , mi occupo anche di Nutrizione per sportivi.

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